Delitto di Pescara, sequestrate due auto nell'azienda della famiglia della madre. E' caccia al movente

PESCARA – A sei giorni dal ritrovamento del corpo di Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato morto in un canale alla periferia di Pescara, emergono novità importanti sul fronte delle indagini. Mentre è caccia al movente. I Carabinieri del capoluogo adriatico hanno sequestrato due automobili, una nella villa del nonno di Neri, a Giuliano Teatino (Chieti), l’altra nell’azienda della famiglia Lamaletto, cioè quella della madre del ragazzo, ad Orsogna (Chieti). Entrambi i veicoli, un’Audi e una Mercedes, sono intestati all’azienda vitivinicola ‘Il Feuduccio’, fondata da Gaetano Lamaletto, nonno della vittima, e oggi gestita dal nipote, suo omonimo, cugino di Alessandro. Le auto – sequestrate nell’ambito di una serie di perquisizioni eseguite dagli inquirenti per raccogliere materiale di possibile interesse – erano nelle disponibilità di una serie di persone, tra cui i familiari del 29enne ucciso.

I mezzi verranno sottoposti ad accertamenti tecnici. Per analizzarli non è da escludere, tra l’altro, l’intervento dei Carabinieri del Ris di Roma, che già ieri hanno eseguito accertamenti sull’auto di Neri, una Fiat 500 cabrio di colore rosso, trovata parcheggiata in centro a Pescara mercoledì scorso. Obiettivo degli accertamenti sui veicoli sequestrati è da un lato capire chi li abbia utilizzati negli ultimi giorni, dall’altro ottenere eventuali riscontri alle informazioni acquisite fino ad ora nell’ambito delle indagini. Intanto, su delega della Procura, della vicenda si sta occupando anche la Guardia di Finanza di Pescara: il Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle è al lavoro per ricostruire la storia patrimoniale della famiglia. Gli accertamenti sono finalizzati anche a valutare i movimenti economici del ragazzo, per capire se possano emergere elementi utili.
Le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dai Carabinieri del Comando provinciale di Pescara, agli ordini del colonnello Marco Riscaldati, proseguono senza sosta. L’attività investigativa va avanti su più fronti: raccolta ed analisi di materiale di vario genere, testimonianze – genitori, amici e conoscenti del giovane sono stati ascoltati più volte – e immagini dei sistemi di videosorveglianza, soprattutto per quanto riguarda la vicenda, ancora poco chiara, dell’auto del giovane. Si lavora per ipotizzare un movente, si scava nelle ultime
ore di vita di Alessandro e si cerca di ricostruire quanto accaduto dal momento in cui il giovane è uscito di casa a quello del ritrovamento dell’automobile: è in quelle ore che si è consumato il delitto, probabilmente già lunedì sera, quando il telefono del ragazzo si è spento. Accertamenti sono in corso anche per ricostruire le frequentazioni e la rete di contatti del 29enne. Nessuna ipotesi è esclusa e il sequestro delle due auto, sottolineano gli inquirenti, non vuol dire che si propenda per una pista piuttosto che per un’altra. Al momento non ci sono indagati.